Parrocchia San Lorenzo Martire

Orentano (Pi)

Parrocchia San Pietro D'Alcantara Villa Campanile

Diocesi di San Miniato

 

Via della Chiesa, 64/66 - 56020 Orentano PI - Telefono: Parrocchia 0583 23017

padre Ivan Clifford Pinto 333 4916789  -  Diacono Roberto Agrumi 349 2181150

Posta elettronica: roberto.agrumi@alice.it

Home Chi siamo Orari News Dove siamo

 

Torna indietro

LE CONFRATERNITE RELIGIOSE

Nei primi anni di esistenza della parrocchia si costituirono a Orentano alcune compagnie religiose: erano queste delle confraternite di parrocchiani che operavano in ambiente ecclesiastico. Possiamo dire che siano state queste le prime forme di associazionismo documentate nel nostro paese.

Nel Seicento era presente a Orentano la Compagnia del SS. Corpo di Cristo, citata nell'anno 1604 in occasione della morte di Piero di Giovanni da Porcari, priore della Compagnia, abitante in Orentano alla Vaccareccia (oggi corte Brogi). (1)

Era la compagnia di più_ antica fondazione e di essa si aveva già notizia dal 1587. La finalità di questa confraternita era la reciproca solidarietà verso tutti gli affiliati, i quali si riunivano una volta al mese ai piedi dell'altare da essi prescelto, e dal quale aveva preso nome la stessa congregazione.

I confratelli e i loro stretti congiunti, alla morte, venivano sepolti nell'avello della Compagnia, che quasi certamente si trovava all'interno della chiesa, sotto al pavimento. Anche i non confratelli potevano essere inumati nella"Sepoltura della Compagnia" pagando una certa quota e a questo proposito risulta che una volta, per una inumazione, fu effettuato un pagamento di lire 1 e soldi 5.

La compagnia aveva un libro di contabilità, su cui venivano registrati i debitori e i creditori.

 

Per le sepolture ordinarie esisteva comunque un cimitero, fuori dalla chiesa, rammentato per la prima volta nell'anno 1588, nel quale venivano seppelliti gli orentanesi che non appartenevano ad alcuna confraternita, e, a pagamento, i forestieri. A quel tempo il camposanto si trovava a fianco della chiesa e doveva essere recintato da un muro. (2)

L'uso di praticare sepolture all'interno della chiesa, che riguardava specialmente i religiosi e le personalità più_ rappresentative del villaggio, continuerà per molti anni ancora e nei due secoli successivi. Dal mese di settembre 1657 si ha notizia di inumazioni "nella sepoltura delle Anime del Purgatorio nella pieve di Orentano" che si trovava"vicina all'uscio" . (3)

Non sappiamo però con certezza se si trattasse del sepolcreto di una nuova congregazione, posto anch'esso sotto al pavimento della chiesa.

Sappiamo poi di sepolture ai piedi dell'altare del SS. Rosario (periodo 1625-1664) e di "sepolture della Madonna" (dal 1661) forse ai piedi dell'altare che le era stato dedicato.

Il 17 dicembre 1666 Giulia di Bastiano Buoncristiani".... fu seppellita in chiesa e si fece una fossa e si sfondò il pavimento di ordine di Monsignore Vicario ..." (4), infatti era necessario l'ordine del vescovo per aprire il pavimento del luogo sacro.

 

Il 9 novembre 1668 viene citata la sepoltura della Compagnia del Nome di Gesù_; nel 1670 vi viene seppellito un bambino".. nella sepoltura vicina allo altare di Compagnia". Era questa un'altra confraternita che nel frattempo si era costituita a Orentano.

Ancora per tutta la prima metà del Settecento sono documentate diverse altre sepolture all'interno della chiesa, che riguardavano specialmente i rappresentanti del clero. Nel 1750 il Pievano Iacopo Bartoletti fu sepolto"... appiè della Cappella di S.Antonio da Padova". Nel 1762 vi fu sepolto il cappellano Anton Lorenzo Cristiani, e l'anno successivo il Pievano Giuseppe Masini. (5)

Probabilmente sotto al pavimento della chiesa dovevano esserci alcune cripte, nelle quali venivano deposte le salme, che, avvolte in un lenzuolo secondo l'uso del tempo, venivano calate giù_ da una botola. Il lavoro dei becchini non doveva essere certo molto gratificante, costretti ogni volta a scendere nel sotterraneo per far posto al cadavere e successivamente calarvisi di nuovo per deporre il pesante fardello.

In ogni caso se vi furono delle sepolture all'interno della chiesa, non è più_ verificabile oggi, a meno di eseguire un accurato scavo archeologico, in quanto il rifacimento ottocentesco ha cancellato ogni traccia superficiale di lapidi e lastre tombali riferibili all'impianto cinquecentesco.

 

L'usanza di seppellire i morti sotto il pavimento delle chiese non era privo di inconvenienti, specie nei mesi estivi, quando il fetore dei cadaveri si faceva sentire durante le funzioni religiose, ed era spesso causa di mancamenti e di malori tra i fedeli.

Le sepolture nelle chiese di tutto il Granducato cesseranno solo in seguito al clima di cambiamento che investì la Toscana con l'avvento del Granduca Pietro Leopoldo, quando per ragioni igieniche fu promulgata una legge che lo vietava espressamente. Il 2 gennaio 1777 fu emanato infatti un provvedimento granducale in cui si rendeva obbligatoria la sepoltura delle salme in cimiteri extraurbani.

 

Per quanto riguarda i piccoli centri a economia rurale, come era appunto Orentano, i registri delle Visite Pastorali hanno sempre rappresentato per gli storici una fonte preziosa di informazioni sulla consistenza della popolazione delle parrocchie e sulle attività che in esse erano fiorenti.

In occasione della visita pastorale avvenuta a Orentano il 23 aprile 1684 il Vicario annota la presenza della già citata Compagnia del SS. Corpo di Cristo, che contava ora tra le sue file 119 confratelli e 115 consorelle; tutti, durante le funzioni religiose, indossavano la cappa bianca; si riunivano la terza domenica di ogni mese e nel corso delle celebrazioni veniva fatta la processione col Santissimo all'esterno della chiesa, e i convenuti facevano uso di torce e candele. (6)

Cinque anni dopo, il 4 maggio 1689, viene effettuata un'altra visita pastorale nella parrocchia di Orentano. In quell' occasione si registra la presenza di ben tre Compagnie: la Compagnia del SS. Corpo di Cristo, la più_ antica come formazione, a cui aderivano ora 140 membri che indossavano la cappa bianca; la Compagnia del SS. Rosario, della quale già si aveva notizia dal 1625, che aveva 40 confratelli e consorelle, senza cappa, e infine la Compagnia del SS. Nome di Gesù_, documentata dal 1668.

Tutte e tre le compagnie avevano dei"capitoli" approvati, cioè dei regolamenti, che avevano funzione di statuto interno. (7)

Nel nostro paese è esistita anche un'altra compagnia religiosa: quella di S. Rocco e S. Sebastiano; di essa si parla nei verbali della visita pastorale fatta a Orentano dal Vescovo di S. Miniato mons. Domenico Poltri in data 2 maggio 1759. (8)

 

Da moltissimi anni queste compagnie non esistono più_; oggi tuttavia sono presenti altre forme di associazione, come la Confraternita di Misericordia, i Donatori di Sangue, e altre istituzioni di ispirazione laica e di volontariato, che hanno preso il posto di quelle antiche.

La ragione della loro scomparsa è da ricercarsi, in un primo momento, nella politica di rinnovamento voluta dal granduca Pietro Leopoldo, e in seguito, alla propagazione degli ideali innovativi della rivoluzione francese, che sgombrarono definitivamente il campo per quanto riguarda le istituzioni a carattere religioso, specialmente per quelle che possedevano patrimoni immobiliari.

Alla fine del Settecento furono così attuate alcune riforme da parte del Granduca Pietro Leopoldo riguardanti i beni di proprietà ecclesiastica e i rapporti con la Chiesa.

Con editto granducale del 30 ottobre 1784 venivano soppresse molte congregazioni e monasteri in Toscana; i loro beni furono assegnati ai patrimoni ecclesiastici sottoposti all'autorità del governo.

Furono altresì attuate una rigorosa disciplina dei benefici parrocchiali, l'abolizione delle decime, dei tribunali religiosi e dell'immunità ecclesiastica.

In pratica fu varato un progetto tendente a ricondurre l'attività del clero e la vita religiosa sotto il controllo dello Stato. Con "motu proprio" del 21 marzo 1787, nella sola diocesi di S. Miniato, furono abolite 180 compagnie ritenute "inadeguate". (9)

 

Assieme alle compagnie, fondata però con scopi molto diversi, c'era a Orentano l'Opera di San Lorenzo, una delle prime organizzazioni di cui si abbia notizia; era questa un'istituzione laicale che gestiva le entrate da destinarsi ai lavori di ultimazione e di mantenimento della chiesa.

Essa fu istituita nell'anno 1597 per iniziativa congiunta dei due comuni di Castelfranco e Santa Croce, assieme patroni della chiesa di Orentano, con lo scopo di amministrare i proventi e le uscite della parrocchia. (10)

L'Opera di S. Lorenzo la troviamo citata sui registri della parrocchia nell'anno 1604, nel Libro dei Morti di Orentano, in una memoria attestante che essa disponeva di un registro di contabilità: "... ebbe da Vincenzio Ficini camarlingo dell'Opera, Francesco Buonchristiani, sei forcole [grossi ceri] da dare al prete, furno libbre una e mezzo et sessanta candele della cassetta in tutto sono lire quattro. Paghò  Francesco Buonchristiani dette lire 4, per detto Vincenzio messi al suo quadernuccio addì 13 marzo 1603 ." La data è nello stile "ab incarnatione", per cui è da intendersi l'anno 1604. (11)

L'Opera di S. Lorenzo, preposta al mantenimento della chiesa parrocchiale di Orentano, godeva degli affitti di tre poderi che aveva avuto in dono dalle due comunità di Castelfranco e S. Croce.

Il primo podere, prevalentemente boscato e con pochi coltivi, era ubicato esattamente nella zona oggi detta "Lo Spettore" sulla via del Valico; esso venne dato a livello a Pier Domenico Pinucci il quale in ragione della scarsa produttività  versava un canone esiguo.

Il secondo podere, corrispondente all'attuale podere della chiesa posto sulla via del Grugno, era quello che dava le maggiori entrate ed era affittato a Pier Giovanni Lami. Il terzo podere, allivellato a Rocco Natali, era ubicato nella zona dell'attuale corte Bastaio.

Dall'archivio comunale di Castelfranco, dal Libro dei Livelli di Orentano, in data 12 gennaio 1723, abbiamo tratto questa relazione che riassume le vicende e le finalità dell'Opera di S. Lorenzo; si tratta di una sorta di sunto della sua storia e della sua attività, che riportiamo integralmente.

 

I) L' Opera di S. Lorenzo nella chiesa Pievania di Orentano fu eretta e dotata l'anno 1597 dalle comunità di Castelfranco e S. Croce, come quelle che prima dell'anno 1581 avevano restaurata, e dotata la stessa chiesa con avergli assegnato staiora 150 terra per ciascheduna comunità con riserva del padronato della medesima conforme carta per bolla di mons. Alessandro Guidiccioni Vescovo di Lucca, e dette comunità tuttavia ritengono l'jus di presentare il Rettore di detta chiesa pievania, facendo ciò a turno o vicenda.

Dette Comunità fondorno come sopra detta opera con assegnarli staiora 150 terra per ciascheduna, conforme apparisce al Registro G di questa comunità a carte 197, 205, 344 e 357 a finchè detta chiesa restasse ben fornita, e provveduta dell'utensili, paramenti, et arredi sacri necessari per il servizio e culto divino e mantenere la chiesa medesima.

 

II) La predetta Opera resta governata da due Operai, e l'entrata e l'uscita viene amministrata da un Camarlingo, quali Operai e Camarlingo anno per anno vengono eletti da due vecchi Operai per lor partito.

 

III) Gio: Domenico di Luca Carlini e Salvadore di Gio: Maria Duranti sono i moderni Operai, quali soprintendono a tutti gli interessi di detta Opera, fanno i partiti, e stanziamenti opportuni delle spese straordinarie ed intervengono alla revisione, e rendiconto dei conti.

Iacopo di Ulivo Buoncristiani è il Camarlingo, quale a suo risico e schiena esige i crediti di detta Opera, che li vengono assegnati. Nel dena[ro] provvede del bisognevole detta chiesa, eseguisce e paga i mandati che li vengono fatti da detti Operai, e dal Cancelliere di Castelfranco ed in fine dell'anno rende conto a detti Operai e Cancelliere della sua amministrazione e porta o manda il libro dei saldi a Firenze per la solita revisione ai signori Ragionieri.

 

IV) L'Opera predetta risquote annualmente staia 28 grano dagli appresso livellari, cioè:

- da Pier Domenico di Andrea Pinucci: staia 2

- da Pier Giovanni di [Fiorindo] Lami: staia 13 e 2/4

- da Andrea di Rocco Natali: staia 12 e 2/4

in tutto staia 28

 

ENTRATA IN DENARI

Del ritratto delle suddette staia 28 grano valutato £. 10.15 il sacco, secondo il ragguaglio dell'ultimo decennio dovrebbe essere scudi 14. 1. 8 [scudi. soldi. denari]

 

USCITA IN DENARI sc. £. so. d.

- al signor Pievano per la solita benedizione ..... 3. 3

- a detto per la festa di S.Lorenzo ................. 1

- al padre predicatore per limosina ................. 6

- a spese di cera .................................... 5. 5. 2. 4

- a spese diverse ................................. 2. 1.17. 6

- spese del saldo in Cancelleria di Castelfranco

et a Firenze ................................... 1. 3. 0. 2

Somma scudi 14 e £. 5

 

Entrate fatte pari con l'uscita non essendovi differenza che di £. 3. 4 delle quali è maggiore l'uscita.

 

V) I beni stabili e fruttiferi di detta Opera sono gl'appresso: una presa di terra lavorativa vitata e stipata di staiora 42 in circa l.d. Sugole o via della Vaccareccia concessa a Livello a Pier Domenico di Andrea Pinucci per annuo canone di staia 2 grano. Una presa di terra lavorativa, partiva e boscata di staia 150 "salvis" l.d. al Prunello, concessa a Livello a Pier Giovanni ecc.di Fiorindo Lami per annuo canone di staia 13 e 2/4 grano come per contratto rogato ser Guasparri di Francesco Giorgi da S.Sofia (?) il dÏ 16 marzo 1632 Libro primo dei saldi a carta 80 e libro dei partiti a carta 7 e 8 tergo e 17.

Una presa di terra lavorativa, et in parte soda, inculta e boscata di staia 128 salvis, posta in Orentano, l.d. Perello con casa che tiene a livello Andrea di Rocco Natali per annuo canone di staia 12 e 2/4 grano, come per pubblico istrumento rogato ser Bastiano Candid ... [l.p.]

 

VI) La suddetta Opera non ha verun obbligo proveniente da disposizioni testamentarie, e solamente fa celebrare per devozione, e consuetudine con spesa annua di scudi 7 la festa di S. Lorenzo, titolare della suddetta chiesa pievania, et opera predetta." (12)

 

NOTE

(1) - AVSM - 1_ Libro dei Morti di Orentano (1578/1635)

    (2) - Quello che restava di quest'antico cimitero sparì durante la ricostruzione ottocentesca della chiesa, allorchè l'area del camposanto venne a ricadere nella zona di ampliamento della chiesa stessa. Di certo doveva essere già stato abbandonato da almeno una sessantina d'anni, quando nel 1777, a seguito delle disposizioni in materia di igiene pubblica, il cimitero venne spostato lontano dalla chiesa, lungo la strada principale del paese, nel luogo su cui oggi si trova il giardinetto con la croce in ferro, di fianco al monumento ai Caduti. Anche questo cimitero col tempo risultò inadeguato per l'accresciuta popolazione di Orentano e nell'anno 1885 fu soppresso, allorchè venne aperto l'attuale cimitero comunale, situato in posizione più_ consona al decoro del paese e più_ decentrata rispetto alla viabilità principale.

(3) - AVSM - 2_ Libro dei Morti di Orentano (1649/1763); a. 1682

(4) - AVSM - 2_ Libro dei Morti di Orentano; a. 1666

(5) - AVSM - 2_ Libro dei Morti di Orentano; a. 1763

(6) - AVSM - Visite pastorali, a. 1684

(7) - AVSM - Visite pastorali, a. 1689

(8) - AVSM - Visite pastorali, a. 1759

(9) - Cinelli Desideri Prosperi - San Miniato e la sua Diocesi - Pisa 1989

(10) - ASCF - Filza di scritture antiche, misura, e visite dei Livelli di Orentano dall'anno 1675, lett. C n.1513 c.212

(11) - AVSM - 1_ Libro dei Morti di Orentano, a. 1603

(12) - ASCF - Filza di scritture antiche ... ecc. n.1513 c.212